Premessa

Il blog può contenere diversi erori [di ortografia è non], non sono stati volutamente coretti poiché la perfezione è ritenuta dagli autori decisamente noiosa, d'altronde si può esere perfetti in un modo solo mentre l'imperfezione lascia più spazio alla creatività.

lunedì 24 settembre 2012

Legumi ve bene lo stesso?

Durante i Vespri siciliani, per individuare i francesi che si nascondevano trai contadini, si mostravano ai sospetti dei ceci (cìciri in siciliano) e si chiedeva loro cosa fossero, quelli che rispondevano "sciscirì" venivano subito uccisi. Tale stratagemma prende il nome di shibboleth (spiga, in ebraico) e sta ad indicare una parola od un'espressione che molto difficilmente può esser pronunciata da chi parla un'altra lingua o dialetto.
Viene riportato per la prima volta nel Libro dei Giudici (12, 5-6), dove si narra della guerra tra Galaaditi ed Eframiti; questi ultimi dopo la sconfitta tentavano di scappare attraversando il Giordano ed a costoro si chiedeva di pronunciare shibboleth (la pronuncia è più o meno "scibbolet"), gli Eframiti però non riuscivano a pronunciare il suono "sc", producendo perciò "sibbolet" e potevano essere così individuati.
Altri esempi di shibbolet sono la parola "lollapalooza" (qualcosa di straordinario) usata dagli statunitensi in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale; poiché i giapponesi non avendo la "l" la pronunciavano "rorraparuza" od il nome della cittadina neeralndese Scheveningen (sopra c'è la Vista del mare a Scheveningen di Van Gogh e da questa città prende il nome una variante della famosa Difesa siciliana, nota apertura scacchistica) difficile da pronunciare correttamente perfino dai vicini tedeschi.
Pur non essendo un vero e proprio shibboleth la frase ceca "Strč prst skrz krk" (infila il dito in gola) è un vero e proprio scioglilingua essendo una frase di senso compiuto totalmente priva di vocali.

Da I Vespri siciliani di Steven Ruciman.

Su certe cose è meglio non scherzare.

Il 23 Aprile 1516, nella città di Ingolstadt, i duchi di Baviera Guglielmo IV e Ludovico X promulgarono il cosiddetto Reinheitsgebot (dettame di purezza). Tale legge prevedeva che nella produzione della birra potessero essere adoperati solo acqua, luppolo ed orzo (sia maltato che non); il lievito, un ingrediente oggi fondamentale non era preso in considerazione poiché prima delle scoperte di Pasteur sui microorganismi esso era sconosciuto. Il testo inoltre prevedeva che  tra San Michele e San Giorgio (cioè dal 29 Settembre al 23 Aprile), il costo della birra non potesse superare uno Pfennig per un Maß (antica unità di misura bavarese, pari a circa 1,069 litri; il suo nome deriva dalla parola Mäßigung cioè temperanza, moderazione) o per un Kopf (letteralmente testa, di poco inferiore al Maß); per il resto dell'anno invece, il costo non poteva superare i 2 Pfennig pel Maß ed i 3 e Heller (Talleri) pel Kopf; inoltre "ogniqualvolta un locandiere acquisti birra al prescritto prezzo da qualche birreria, gli è permesso rivenderla ai contadini per un Heller in più il Maß o il Kopf di quanto menzionato sopra". La punizione per i trasgressori era la confisca dei barili di birra incriminata. Nel 1871, coll'unificazione della Germania, tale legge fu adottata da tutto l'Impero (ottenne il nome di Reinheitsgebot solo nel 1919 durante la Repubblica di Weimar), per poi essere abrogata nel 1992 (Regolamenti (CEE) n. 2081/92), al fine di uniformare la normativa tedesca a quella comunitaria e fu così sostituito dallla Vorläufiges deutsches Biergesetz (legge provvisoria sulla birra tedesca) la quale permette l'uso di malto di frumento o zucchero di canna ma non più quello di orzo non maltato. Nonostante tutto, però, molti birrifici tedeschi continuano dopo quasi cinque secoli a rispettare la vecchia normativa, ad eccezione forse della parte sul costo della birra.