Premessa

Il blog può contenere diversi erori [di ortografia è non], non sono stati volutamente coretti poiché la perfezione è ritenuta dagli autori decisamente noiosa, d'altronde si può esere perfetti in un modo solo mentre l'imperfezione lascia più spazio alla creatività.

mercoledì 31 agosto 2011

Non son granate ma palle da golf

Le palle originarie per il gioco del golf erano in legno, sotituite nella prima metà del Settecento dalle feathery, una palla di pelle piena di piume d'oca. Queste percorrevano una distanza doppia rispetto le originali ma si inzuppavano facilmente rendendo il gioco complicato, inoltre erano dieci volte più costose ed essendo il golf un gioco scozzese non potevano proprio avere una lunga vita. Così nel 1848 fu introdotta la gutty, una palla sintetica fatta in guttaperca (un isomero dell'isoprene) bollita.
Aveva però anch'essa i suoi svantaggi. Col tempo la guttaperca tende ad indurirsi, divenendo molto fragile e spesso le gutty si rompevano in volo. Si cambiarono allora le regole del gioco, permetendo di sostituire la palla rotta con una nuova nel punto in cui era caduto il pezzo più grande. Tuttavia le palle consumate o intaccate andavano ben più lontano di quelle integre cosicché le fabbriche cominciarono a modificarne la forma pervenendo infine al modello attuale colle fossette (oggi in numero varibile da 300 a 450).

domenica 28 agosto 2011

Se Vostra Eccellenza vuole farla nel bicchiere...

Nel XIV secolo cominciarono adiffondersi le armi da fuoco, si dovettero così produrre vari tipi di polvere da sparo. Le armi da fianco avevano infatti bisogno di una polvere dalla rapida combustione, per i fucili essa doveva bruciar più lentamente ed ancor di più per i cannoni. Si usava un miscuglio di acqua ed alcole perché la polvere s'aggregasse e potesse esser quindi macinata della grandezza voluta: minore era la grana, minore il tempo in cui bruciava. Per comodità tuttavia spesse volte l'acqua veniva fornita sotto forma d'urina degli operai; si riteneva, inoltre, che con quella di un grande bevitore si sarebbe ottenuta una povere eccellente, ma ancora migliore sarebbe stata se si fosse usata urina di un prete. Il non plus ultra veniva però raggiunto impiegando la minzione d'un... vescovo.

sabato 27 agosto 2011

Per la malaria fa bene... ma col gin è tutta un'altra cosa!

Nel 1630 Donna Francisca Henriques de Rivera conetessa di Cinchòn, moglie del viceré del Perù s'ammalò di malaria. Per curalra i medici usarono una pianta locale: la Cinchona (l'assurdo nome deriva appunto dalla gentildonna) dalla quale s'estrae la china. Visti gli ottimi risultati ottenuti, fra il 1640 ed il '50 il padre gesuita Bartolomé Tafur portò tale corteccia a Roma dove nel 1655 s'ebbe il primo conclave senza decessi per malaria. Nonostante gli ottimi risultati della "polvere dei gesuiti" nel Regno Unito tale rimedio era visto con diffidenza, al punto che nel 1658 per non farsi curare con i rimedi dei papisti Oliver Cromwell morì di malaria.
Col tempo, però, perfino gli inglesi si resero conto della bontà di tale rimedio, tanto che nelle colonie africane ed asiatiche si prese come abitudine, dal XIX secolo, di bere chinina come precauzione profilattica. L'estratto di chinina (l'acqua tonica) restava però molto amaro e per stemperare venne diluito con alcolici; nacque così l'abitudine serale del Gin and tonic.

Sarà pure bello... ma è così lontano

Giovacchino Rossini, come riporta anche Stendhal, era molto pigro. Nell'inverno del 1813 si trovava a Venezia per comporre il Il signor Bruschino, o sia il figlio per azzardo, ma facendo molto freddo componeva a letto per non doversi alzare ad accendere il fuoco. Finito il duetto gli sfuggì il foglio di mano che finì sotto il letto. Tentò allora di recuperarlo tirando fuori un braccio ma non vi riuscì e sentendo freddo si ravvolse nella coperta dicedo a se stesso: "Riscriverò quel duetto, nulla di più facile; lo ricordo benissimo". Dopo un quarto d'ora tuttavia non tornandogli le note alla mente esclamò ridendo "Sono uno sciocco; farò un altro duetto. I compositori ricchi avranno il fuoco acceso nelle loro camere, io non mi affanno a raccattare i duetti che cadono: inoltre è di cattivo augurio". Mentre finisce questa nuova composizione entrò in camera un suo amico, al quale fu fatto raccogliere il foglio caduto. Costui fece, però, notare a Rossini come il primo duetto fosse migliore del secondo, troppo rapido ed allegro. Nulla di più facile: il secondo duetto divenne un terzetto e la mattinata di lavoro non andò sprecata!

giovedì 25 agosto 2011

Le rovine Maya del Nonticapisco

Secondo il Motolina (Frà Toribio de Benavente) quando i colonizzatori spagnoli giunsero in Messico, chiedendo ai nativi in quale luogo fossero si sentirono rispondere "Tectetán" (Non ti capisco) che venne poi storpiato in Yucatán, e fu così chiamata quella penisola. Anche Jaques Cartier esplorando la foce del San Lorenzo chiese ad alcuni Irochesi dove si trovasse, ebbe per risposta "Kanata" (Villaggio) ed anche questa vollta il poco fantasioso esploratore designò così l'intera nazione. Esistono, tuttavia, anche patrie incomprensioni. Alberto Ferrero Della Marmora nel 1839 fece confusione col dialetto sardo e da allora Golfu di li Granci (Golfo dei Granchi) divenne Golfo Aranci

Ma questi fanno sul serio?!

Nel XV secolo il Gran Principato di Moscovia, come del resto tutti gl'altri stati russi, erano vassalli del Canato tartado dell'Orda d'Oro. Ivan III di Russia, al tempo principe moscovita, stanco della situazione, decise nel 1476 di non versare più i tributi ad Achmat Khan, il quale quattro anni più tardi marciò su Mosca per far valere i proprii diritti. I due eserciti si fronteggiarono per settimane sulle sponde del fiume Ugra, senza risolvere ad attaccarsi; fino all'11 Novembre 1480. Sopraggiunto l'inverno, infatti, le acque cominciarono a gelarsi, ma allora i due eserciti, invece di combattere si dettero simultaneamente alla fuga.

mercoledì 24 agosto 2011

Caricate i sigari!!


Nella prima metà del XVII secolo Gustavo Adolfo di Svezia, intodusse nell'eserito, nuovi cannoni da 3 e 4 libbre, essendo molto leggeri (120 kg) potevano essser serviti da soli 3-4 uomini. Fantastico! Piccolo inconveniente: erano di cuoio. Dopo pochi colpi, quindi la sottile anima interna di rame si deformava ed il pezzo, esplodeva. Delusi dai risultati (chissà che si aspettavano da un cannone di pelle) gli svedesi abbandonarono il progetto; ma le buone idee, si sà, non muoiono mai. Nel 1642, perciò, gli irlandesi li rispolverarono (senza usare nemmeno l'interno in rame!) durante l'assedio del presidio inglese di Ballynally, ma al momento d'accendere la miccia... ci fu solo un grande botto!
Ma gl'inglesi essendo di gran lunga più intelligenti degli irlandesi, nel 1688, durante la Gloriosa Rivoluzione per respingere gli scozzesi giacobiti, ritirarono fuori la brillante invenzione di Eberhard di Zurigo. Anche qui, però, qualche cosa non andò: dopo il terzo colpo i cannoni esplosero e gli scozzesi ebbero facile vittoria.

A volte ritornano...

Teofilatto III dei Conti di Tuscolo (circa 1012, 1055 o 1056) fu il 145°, 147° e 150° Vescovo di Roma col nome di Benedetto IX. Eletto papa il 21 Ottobre 1032 (secondo alcuni allora era undicenne), fu scaccaito da Roma nel 1044 dalla famiglia rivale dei Crescenzi e deposto il 13 Gennaio 1045, quando venne eletto Giovanni Crescenzi Ottaviani (Silvestro III). Il 9 Marzo Benedetto rientrò in Roma coll'esercito ed il giorno seguente si rinsediò sulla Cattedra di Pietro, dove però rimase poco. Il 1° Maggio dello stesso anno, infatti vendette la carica a Giovanni Graziano (Gregorio VI), suo padrino, per 650 chili d'oro. Purtroppo nel 1046 Benedetto si pentì della propria scelta ed a quasto punto intervenne Enrico III col Concilio di Sutri. Qui Silvesto fu privato della carica episcopale e Gregorio venne incoraggiato a dimettersi (l'aver comperato il papato rendeva vergognosa, seppur legittima, infatti, la sua elezione). S'incoronò quindi pontefice Clemente II, che il 9 Ottobre 1046 morì; forse avvelenato dallo stesso Benedetto, il quale nel novembre 1047 occupò i palazzi del Laterano, ridivendendo papa. Anche questa volta durò poco. Il 16 Luglio 1048 Bonifacio di Toscana e lo stesso Enrico III scacciaro definitivamente Benedetto. Frattanto Gregotio VI era morto e Silvestro III s'era esiliato in Sabina. Poppone di Bressanone, eletto papa da Enrico l'anno precedente fu quindi incoronato come Damaso II il 17 Luglio. Esiliato e scomunicato Benedetto morì nell'abbazia di Grottaferrata.

martedì 23 agosto 2011

Ma di che opera parliamo??

Verdi ebbe parecchie noie dalla censura; per l'uscita della prima perla della sua trilogia popolare: il Rigoletto, infatti, gli austriaci si sbizzarirrono colle modifiche al testo. Il libretto di Francesco Maria Piave prendeva spunto dal dramma di Hugo Le Roi s'amuse. Il monarca in questione sarebbe dovuto essere Francesco I di Francia ma ritennero più opportuno prendersela con un Gonzaga (dinastia spodestata del suo ducato dall'Austria in seguito alla guerra di successione spagnola, proprio per il suo supporto ai galloispani). Il nome del protagonista, invece, passò dal triste Triboletto (Triboulet), al gioioso Rigoletto (in francese rigoler significa appunto ridere), anche se in 160 nessuno ha ancora capito che ci sia di divertente in un padre che uccide la figlia.

In compagnia si sta sempre meglio

Il titolo originale del capolavoro di Ruggero Leoncavallo era "Il pagliaccio". Fu solamente dopo le rimostarnze del baritono francese Victor Maurel (il primo Tonio), il quale trovò ingiusto che il titolo si riferisse al solo tenore protagonista, che esso venne cambiato, volgendolo al plurale, divenendo "I pagliacci".

Bel naso... ma non è regolamentare!

Giustiniano II Rinotmeto ("naso tagliato") fu imperatore bizantino per due volte: dal 685 al 695 e dal 704 alla morte avvenuta nel 711. Ciò accadde poiché dopo dieci anni di regno a causa di dispute teologiche con papa Sergio I, il generale Leonzio venne acclamato imperatore ed egli fu deposto, privato del naso ed esiliato in Crimea.
Queste amputazioni (oltre al naso spesso si tagliavano le falangette) avevano lo scopo d'impedire che in futuro il deposto si ripresentasse a reclamare il proprio regno; secondo un'antichissima usanza un mutilato non poteva essere incoronato poiché imperfetto.
Giustiniano si fece quindi forgiare un naso d'oro e coll'aiuto dei Bulgari riconquistò il trono. Dopo pochi anni, però a causa del suo regno dispotico il generale Filippico divenne il nuovo imperatore e per evitare futuri e sgradevoli inconvenienti fece decapitare Giustiniano spedendo la sua testa a Roma e Ravenna per farla vedere a tutto il popolo.

L'imputato ha qualcosa da aggiungere???

Nel Gennaio del 897 nei Palazzi del Laterano si tenne un solenne processo, per sacrilegio, nei confronti di papa Formoso; istituito da papa Stefano VI. Purtoppo, però, Formoso era defuno nel 896, ciononostante Stefano VI e Lamberto di Spoleto, Sacro Romano Imperatore ci tennero a fargliela pagare per il suo appoggio (in vita) ad Arnolfo di Carinzia nella sua candidatura alla carica imperiale. La mummia fu quindi riesumata, vestita coi paramenti pontifici e messa a sedere su un trono davanti a cardinali e vescovi presieduti dallo stesso Stefano. Un diacono venne nominato per rispondere in vece del defuno pontefice il quale confessò le colpe del suo assistito che fu condannato. Gli stapparono quindi gli abiti papali, tagliarono le prime tre dita della mano destra (usate per impartire le benedizioni) e dopo averlo trascinato per le vie di Roma lo gettarono nel Tevere. Tre giorni dopo Formoso arrivò ad Ostia dove fu recuperato da un monaco. Teodoro II, infine lo rispeppelì in San Pietro e lo riabilitò, vietando pel futuro altri processi a persone decedute. Questo fu quindi l'unico "Sinodo del cadavere".

In bagno col... mandolino


Colla nascita del Regno d'Italia la Reggia di Caserta divenne proprietà dei Savoia. Fu così che nel 1861 funzionari piemontesi vennero mandati a rilevare quanto fosse nel palazzo contenuto; inventariarono "bacili a forma di chitarra di uso sconosciuto". Altro non erano che bidè, usati nel Regno di Napoli fin dalla metà del XVIII secolo quando li importò la regina Maria Carolina d'Asburgo Lorena.