Premessa
mercoledì 31 agosto 2011
Non son granate ma palle da golf
Aveva però anch'essa i suoi svantaggi. Col tempo la guttaperca tende ad indurirsi, divenendo molto fragile e spesso le gutty si rompevano in volo. Si cambiarono allora le regole del gioco, permetendo di sostituire la palla rotta con una nuova nel punto in cui era caduto il pezzo più grande. Tuttavia le palle consumate o intaccate andavano ben più lontano di quelle integre cosicché le fabbriche cominciarono a modificarne la forma pervenendo infine al modello attuale colle fossette (oggi in numero varibile da 300 a 450).
domenica 28 agosto 2011
Se Vostra Eccellenza vuole farla nel bicchiere...
sabato 27 agosto 2011
Per la malaria fa bene... ma col gin è tutta un'altra cosa!
Col tempo, però, perfino gli inglesi si resero conto della bontà di tale rimedio, tanto che nelle colonie africane ed asiatiche si prese come abitudine, dal XIX secolo, di bere chinina come precauzione profilattica. L'estratto di chinina (l'acqua tonica) restava però molto amaro e per stemperare venne diluito con alcolici; nacque così l'abitudine serale del Gin and tonic.
Sarà pure bello... ma è così lontano
giovedì 25 agosto 2011
Le rovine Maya del Nonticapisco
Ma questi fanno sul serio?!
mercoledì 24 agosto 2011
Caricate i sigari!!
Nella prima metà del XVII secolo Gustavo Adolfo di Svezia, intodusse nell'eserito, nuovi cannoni da 3 e 4 libbre, essendo molto leggeri (120 kg) potevano essser serviti da soli 3-4 uomini. Fantastico! Piccolo inconveniente: erano di cuoio. Dopo pochi colpi, quindi la sottile anima interna di rame si deformava ed il pezzo, esplodeva. Delusi dai risultati (chissà che si aspettavano da un cannone di pelle) gli svedesi abbandonarono il progetto; ma le buone idee, si sà, non muoiono mai. Nel 1642, perciò, gli irlandesi li rispolverarono (senza usare nemmeno l'interno in rame!) durante l'assedio del presidio inglese di Ballynally, ma al momento d'accendere la miccia... ci fu solo un grande botto!
Ma gl'inglesi essendo di gran lunga più intelligenti degli irlandesi, nel 1688, durante la Gloriosa Rivoluzione per respingere gli scozzesi giacobiti, ritirarono fuori la brillante invenzione di Eberhard di Zurigo. Anche qui, però, qualche cosa non andò: dopo il terzo colpo i cannoni esplosero e gli scozzesi ebbero facile vittoria.
A volte ritornano...
martedì 23 agosto 2011
Ma di che opera parliamo??
Verdi ebbe parecchie noie dalla censura; per l'uscita della prima perla della sua trilogia popolare: il Rigoletto, infatti, gli austriaci si sbizzarirrono colle modifiche al testo. Il libretto di Francesco Maria Piave prendeva spunto dal dramma di Hugo Le Roi s'amuse. Il monarca in questione sarebbe dovuto essere Francesco I di Francia ma ritennero più opportuno prendersela con un Gonzaga (dinastia spodestata del suo ducato dall'Austria in seguito alla guerra di successione spagnola, proprio per il suo supporto ai galloispani). Il nome del protagonista, invece, passò dal triste Triboletto (Triboulet), al gioioso Rigoletto (in francese rigoler significa appunto ridere), anche se in 160 nessuno ha ancora capito che ci sia di divertente in un padre che uccide la figlia.
In compagnia si sta sempre meglio
Bel naso... ma non è regolamentare!
Queste amputazioni (oltre al naso spesso si tagliavano le falangette) avevano lo scopo d'impedire che in futuro il deposto si ripresentasse a reclamare il proprio regno; secondo un'antichissima usanza un mutilato non poteva essere incoronato poiché imperfetto.
Giustiniano si fece quindi forgiare un naso d'oro e coll'aiuto dei Bulgari riconquistò il trono. Dopo pochi anni, però a causa del suo regno dispotico il generale Filippico divenne il nuovo imperatore e per evitare futuri e sgradevoli inconvenienti fece decapitare Giustiniano spedendo la sua testa a Roma e Ravenna per farla vedere a tutto il popolo.
L'imputato ha qualcosa da aggiungere???
In bagno col... mandolino
Colla nascita del Regno d'Italia la Reggia di Caserta divenne proprietà dei Savoia. Fu così che nel 1861 funzionari piemontesi vennero mandati a rilevare quanto fosse nel palazzo contenuto; inventariarono "bacili a forma di chitarra di uso sconosciuto". Altro non erano che bidè, usati nel Regno di Napoli fin dalla metà del XVIII secolo quando li importò la regina Maria Carolina d'Asburgo Lorena.